1 Giu 25 – Ascensione C
At 1,1-11 Sal 46 Eb 9,24-28;10,19-23 Lc 24,46-53
Nella festa dell’ascensione di quest’anno, la liturgia della parola accosta, nella prima lettura e nel vangelo i testi di Luca, la finale del vangelo e l’inizio degli atti. Entrambi parlano dello stesso evento, l’ascensione di Gesù al cielo collocandoli rispettivamente al termine dell’unico giorno della resurrezione, nel vangelo, e quaranta giorni dopo, nel libro degli atti. Nelle rispettive differenze, entrambi i testi concordano sull’essenziale che fa appello alla parola chiave “testimonianza” e all’ordine di Gesù di non allontanarsi da Gerusalemme prima di aver ricevuto lo Spirito Santo.
Così nel vangelo l’ascensione è il punto di arrivo della vicenda storica di Gesù, mentre nel libro degli atti è il punto di partenza della vicenda che vedrà protagonisti, insieme allo Spirito Santo, gli apostoli e la chiesa nascente; il vangelo si conclude col volto benedicente di Gesù mentre il libro degli atti comincia con gli apostoli “naso all’insù”, più sbalorditi che adoranti tant’è che è compito degli angeli (come sempre in Luca) spiegare l’accaduto. Qui con parole quasi di rimprovero che svegliano gli apostoli perché comincino a considerare la nuova situazione e agire di conseguenza: “uomini di Galilea perché guardate il cielo? Tornerà allo stesso modo”, ora guardatevi in faccia tra di voi e fate quello che vi ha detto di fare. È infatti un tempo nuovo che inizia, fino al ritorno di Gesù, un fatto del quale, in un certo senso non ci si dovrà occupare perché verrà da sé, mentre ora c’è da attivare il compito che, nel succedersi dei tempi e nel cambiare dei luoghi, rimane sempre lo stesso pur nella diversità dei tempi e delle situazioni. E’ responsabilità delle comunità credenti, alla luce della parola e dello Spirito, saper leggere i segni dei tempi, per cogliere i modi concreti e attuali in cui ciascuna comunità è chiamata ade essere testimone nel suo oggi.
“Testimonianza”, cioè, “martyria” è dunque il compito dei “convocati”, di quanti si riuniscono, cioè, attorno a Gesù, soprattutto nella celebrazione del memoriale della sua morte e resurrezione che è l’eucarestia.
Scrive al riguardo mons. Paolo Bizzeti, già vescovo in Turchia ora emerito: la vocazione dei cristiani non è quella di salvare il mondo intero, bensì quella di essere testimoni del Salvatore, martiri di un Signore che guida con amore, autorevolezza e pazienza irresistibili. (Fino ai confini estremi: Meditazioni sugli Atti degli apostoli EDB). Dio sa quanto questo mondo nel suo bisogno di giustizia e di pace, abbia bisogno di questa testimonianza. Siamo perciò chiamati, ad essere testimoni, non della speranza generica in un mondo migliore, ma ad essere testimoni di lui, del suo modo di essere nel mondo, di vivere da Dio la sua vita da uomo. Ho usato questa espressione che nel linguaggio comune significa vivere senza problemi. Ma per Gesù, vivere da Dio, quale noi crediamo, la sua vita da uomo, che pure crediamo, significa che nel suo essere un uomo che ama che dona, che perdona, che accoglie, che serve, l’immagine visibile di Dio che è amore. Essere testimoni di lui significa perciò lasciarsi cambiare il cuore affinché anche noi possiamo diventare umani ad immagine di Dio, con la forza del suo Spirito ci cambia il cuore.
L’aspetto della comunità è fondamentale ed è ciò che la testimonianza del libro degli atti ci insegna, poiché la diffusione del vangelo è nel pullulare di gruppi di persone che progressivamente nel mondo conosciuto dell’epoca sono attratti da Gesù Cristo e, superando le loro distanze cominciano una vita diversa per diventare un cuor solo e un’anima sola (atti 2).
Obbedendo a Gesù gli apostoli e i discepoli, svegliati dagli angeli, tornano a Gerusalemme per riunirsi insieme con Maria nella “stanza superiore” in attesa dello Spirito. Sono i nove giorni che separano il giovedì dell’ascensione dalla domenica di Pentecoste. Nella memoria liturgica di questi eventi noi stessi siamo chiamati/convocati, tutti, per diventare ogni volta di nuovo, fraternità, parola nuova per un mondo nuovo.
Buona domenica e buona settimana. P Daniele