20 Apr 25 – Domenica di Pasqua
At 10,34.37-43
Col 3,1-4
Gv 20,1-9
“Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome”.
Sono le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura di questa domenica di Pasqua. E’ Pietro che annuncia la morte e la resurrezione di Gesù. Ma questo annuncio avviene in un contesto molto particolare che segna una svolta decisiva nella maturazione della coscienza missionaria della chiesa delle origini. Ci sono muri e barriere che cadono. Una vera rivoluzione fatta da Pietro: il vangelo non è solo per il figli di Israele ma per tutti gli uomini coloro che credono in lui, cioè Gesù. E’ la priorità della fede sull’appartenenza a un popolo; è anche la liberazione della religione da ogni deriva identitaria. Davanti a Dio tutti gli umani sono suoi figli.
San Paolo, perciò, invita i credenti a prendere sul serio la propria fede: Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo (Col 3,1-4). Non è un invito ad uscire dal mondo, ma a rivestirsi dell’uomo nuovo ad immagine di Dio che è amore.
Nell’omelia della messa di Pasqua, papa Francesco ci ha consegnato la sua rilettura del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi per il nostro oggi- L’invito ad uscire fuori da tutti i nostri sepolcri per cercare il risorto là dove lo posiamo incontrare vivo.
Bisogna cercarlo altrove. Cristo è risorto, è vivo! Egli non è rimasto prigioniero della morte. L’invito è a mettersi in movimento “ uscire per cercarlo: cercarlo nella vita, cercarlo nel volto dei fratelli, cercarlo nel quotidiano, cercarlo ovunque tranne che in quel sepolcro” e in tutti i sepolcri noi stessi ci chiudiamo e e soffochiamo.
“Egli è presente ovunque, dimora in mezzo a noi, si nasconde e si rivela anche oggi nelle sorelle e nei fratelli che incontriamo lungo il cammino, nelle situazioni più anonime e imprevedibili della nostra vita. Egli è vivo e rimane sempre con noi, piangendo le lacrime di chi soffre e moltiplicando la bellezza della vita nei piccoli gesti d’amore di ciascuno di noi” Questo significa per noi oggi, in questo mondo cercare le cose di lassù. Un altro modo di stare al mondo.
Buona Pasqua a tutti