28 Set 25 XXVI dom TO C
Am 6,1.4-7 Sal 145 1Tm 6,11-16 Lc 16,19-31
In queste settimane e per tutto il mese di ottobre, la liturgia ci propone
estratti dalle due lettere a Timoteo, dette lettere pastorali di cui fa parte
anche la lettera a Tito che purtroppo non ci viene proposta nel ciclo
liturgico domenicale. Per linguaggio e stile sono lettere molto diverse
dall’insieme delle lettere di Paolo. Per l’attribuzione è dubbia. Non si
esclude che siano lettere di Paolo, ma di un Paolo ormai anziano che passa
ad altri il testimone. Ma non è da escludere neppure che queste lettere
siano opera di un altro autore comunque di scuola paolina, un suo
discepolo che scrive, Paolo morto da tempo, verso gli anni 80 90 del primo secolo. Si tratta perciò di lettere che ci testimoniano il passaggio dalla prima alla seconda generazione cristiana, momento delicato in cui le comunità devono imparare a camminare da sole, rimanendo fedeli al messaggio ricevuto dall’apostolo sul quale non possono più contare.
Nella fattispecie si tratta delle comunità di Efeso e Creta, guidate da Timoteo e Tito, insieme ad anziani (presbiteri) e diaconi. Timoteo e Tito sono stati collaboratori di lunga data nell’attività missionaria di Paolo. Timoteo lo troviamo ancora giovane discepolo durante la visita di Paolo a Listra: Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui (Atti 16,1). Di Tito sappiamo che Paolo gli riconosce il merito di aver risolto le difficoltà, anche di relazione, con la comunità di Corinto: Egli (Tito) ci ha annunciato il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me, cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta” (2Cor 7,7) e poco più avanti “il suo affetto per voi è cresciuto, ricordando come tutti gli avete obbedito e come lo avete accolto con timore e trepidazione” (2Cor 7,15). Timoteo e Tito sono perciò persone di fiducia che prendendo in mano quelle comunità si assumono la responsabilità di transitarle verso una fase nuova di consolidamento anche organizzativo.
Ma se ci sono le lettere è perché c’erano anche dei problemi. All’inizio della prima lettera, Paolo, o chi per lui, denuncia anche la crisi che serpeggia nella comunità che è anche la ragione per laquale a Timoteo è chiesto di prenderne la responsabilità: Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere a Èfeso perché tu ordinassi a taluni di non insegnare dottrine diverse e di non aderire a miti e a genealogie interminabili, le quali sono più adatte a vane discussioni che non al disegno di Dio, che si attua nella fede” (1Tim 1,3) l’essenziale deve essere invece “la carità, che nasce da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera”.
In comunità che cominciano ad accumulare una certa durata, s’insedia una stanchezza, una specie di grigiore quotidiano che conduce a dare importanza a cose secondarie invece di ricentrarsi sull’essenziale che è ciò che Dio ha fatto e vuole non solo per noi ma per tutti gli uomini. La salvezza è offerta a tutti, non è perciò legata a forme di privilegio ne a cammini pseudoreligiosi o a forme spiritualista o puramente devozionali. Solo il fascino e la bellezza di Dio come si sono manifestate nella carne di Gesù, di Dio ci tira fuori dal nostro girare attorno a noi stessi.
Anche il testo di oggi ce lo dice, è Dio che dà la vita a tutte le cose. Il riferimento per questa vita è nella “bella testimonianza di Gesù davanti a Ponzio Pilato”. La testimonianza di fedeltà al Padre e al suo progetto che non è di conquista e di potere ma di dono e di misericordia. Per questo nel profilo del servizio di Timoteo nella comunità e nel profilo di vita di ogni membro della comunità c’è una lista di valori che nella lettera sono elencati: giustizia, pietà (rispetto verso Dio e verso gli altri), fede (ascolto della parola), carità (amore solidale), pazienza (ma anche forza, resistenza, tenacia), mitezza (dolcezza, serenità, capacità di perdono e riconciliazione).
Buona domenica e buona settimana. P Daniele