Adorazione

ADORAZIONE EUCARISTICA

Domenica 26 marzo 2023

 V di Quaresima A

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-45)

 


Comunità Pastorale 4 Evangelisti - Monza 

Venerdì 24 marzo 2023 

ADORAZIONE EUCARISTICA – V di Quaresima A 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-45

Papa Francesco – Angelus del 29 marzo 2020 

Il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima è quello della risurrezione di Lazzaro.  Lazzaro era fratello di Marta e Maria; erano molto amici di Gesù. Quando Lui arriva a  Betania, Lazzaro è morto già da quattro giorni; Marta corre incontro al Maestro e gli dice:  «Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù le risponde: «Tuo fratello  risorgerà»; e aggiunge: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore  vivrà». Gesù si fa vedere come il Signore della vita, Colui che è capace di dare la vita  anche ai morti. Poi arrivano Maria e altre persone, tutti in lacrime, e allora Gesù – dice il  Vangelo - «si commosse profondamente e […] scoppiò in pianto». Con questo turbamento  nel cuore, va alla tomba, ringrazia il Padre che sempre lo ascolta, fa aprire il sepolcro e  grida forte: «Lazzaro, vieni fuori!». E Lazzaro esce con «i piedi e le mani legati con bende,  e il viso avvolto da un sudario». 

Qui tocchiamo con mano che Dio è vita e dona vita, ma si fa carico del dramma della  morte. Gesù avrebbe potuto evitare la morte dell’amico Lazzaro, ma ha voluto fare suo il  nostro dolore per la morte delle persone care, e soprattutto ha voluto mostrare il dominio  di Dio sulla morte. In questo passo del Vangelo vediamo che la fede dell’uomo e  l’onnipotenza di Dio, dell’amore di Dio si cercano e infine si incontrano. È come una  doppia strada: la fede dell’uomo e l’onnipotenza dell’amore di Dio che si cercano e alla  fine si incontrano. Lo vediamo nel grido di Marta e Maria e di tutti noi con loro: “Se tu fossi  stato qui!...”. E la risposta di Dio non è un discorso, no, la risposta di Dio al problema della  morte è Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita… Abbiate fede! In mezzo al pianto  continuate ad avere fede, anche se la morte sembra aver vinto. Togliete la pietra dal  vostro cuore! Lasciate che la Parola di Dio riporti la vita dove c’è morte”. 

Anche oggi Gesù ci ripete: “Togliete la pietra”. Dio non ci ha creati per la tomba, ci ha  creati per la vita, bella, buona, gioiosa. Ma «la morte è entrata nel mondo per invidia del  diavolo» (Sap 2,24), dice il Libro della Sapienza, e Gesù Cristo è venuto a liberarci dai  suoi lacci. 

Dunque, siamo chiamati a togliere le pietre di tutto ciò che sa di morte: ad esempio,  l’ipocrisia con cui si vive la fede, è morte; la critica distruttiva verso gli altri, è morte;  l’offesa, la calunnia, è morte; l’emarginazione del povero, è morte. Il Signore ci chiede di  togliere queste pietre dal cuore, e la vita allora fiorirà ancora intorno a noi. Cristo vive, e  chi lo accoglie e aderisce a Lui entra in contatto con la vita. Senza Cristo, o al di fuori di  Cristo, non solo non è presente la vita, ma si ricade nella morte. 

La risurrezione di Lazzaro è segno anche della rigenerazione che si attua nel credente  mediante il Battesimo, con il pieno inserimento nel Mistero Pasquale di Cristo. Per l’azione  e la forza dello Spirito Santo, il cristiano è una persona che cammina nella vita come una  nuova creatura: una creatura per la vita e che va verso la vita. 

La Vergine Maria ci aiuti ad essere compassionevoli come il suo Figlio Gesù, che ha fatto  suo il nostro dolore. Ognuno di noi sia vicino a quanti sono nella prova, diventando per  essi un riflesso dell’amore e della tenerezza di Dio, che libera dalla morte e fa vincere la  vita. 

Riflessione dal sito dell’ordine dei carmelitani 

* A Betània: Tutto avviene a Betània, un piccolo paese ai piedi del Monte degli Ulivi, vicino a  Gerusalemme. In questa narrazione, la famiglia di Lazzaro, dove a Gesù piaceva essere 

ospitato, è lo specchio delle comunità del Discepolo Amato della fine del primo secolo. Specchio  anche delle nostre comunità. Betània vuol dire "Casa dei Poveri. Marta vuol dire  “Signora" (coordinatrice): una donna coordinava la comunità. Lazzaro significa "Dio aiuta ": la  comunità povera che tutto attendeva da Dio. Maria significa "amata di Dio": immagine della  comunità. La narrazione della risurrezione di Lazzaro vuole comunicare questa certezza: Gesù 

porta la vita alla comunità dei poveri; Lui è sorgente di vita per coloro che credono in lui. * Tra la vita e la morte: Lazzaro è morto. Molti giudei sono a casa di Marta e Maria a consolarle  per la perdita del fratello. I rappresentanti dell’Antica Alleanza non portano la vita nuova.  Consolano appena. Gesù è colui che porterà la vita nuova! Nel vangelo di Giovanni, i giudei sono  anche gli avversari che vogliono uccidere Gesù. Cosicché, da una parte, la minaccia di morte  contro Gesù! Dall’altra parte, Gesù che arriva per vincere la morte! È in questo contesto di conflitto  tra vita e morte, che si realizzerà il settimo segno della risurrezione di Lazzaro, la vittoria sulla  morte

* Due modi di credere nella risurrezione: Il punto centrale è il confronto tra l’antico modo di  credere nella risurrezione che avviene solo alla fine dei tempi, e quella nuova portata da Gesù,  che, fin da adesso, vince la morte. Marta, i farisei e la maggioranza del popolo credeva già alla  Risurrezione (At 23,6-10; Mc 12,18). Credevano, ma non la rivelavano, poiché era fede in una  risurrezione che sarebbe avvenuta solo alla fine dei tempi e non nella risurrezione presente della  storia, qui e adesso. Quella non rinnovava la vita. Mancava fare un salto. La vita nuova della  risurrezione apparirà con Gesù. 

* La professione di fede in Gesù è professione di fede nella vita: Gesù sfida Marta a fare  questo salto. Non basta credere nella risurrezione che avverrà alla fine dei tempi, ma si deve  credere che la Risurrezione sia già presente oggi nella persona di Gesù e in quelli che credono in  lui. Su questi la morte non ha più alcun potere, perché Gesù è la "risurrezione e la vita". Pertanto,  Marta, anche senza vedere il segno concreto della risurrezione di Lazzaro, confessa la sua fede:  "Sì, Signore. Io ho creduto che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, quello che deve venire nel mondo." 

* Umano, molto umano, uguale a noi in tutto: Dopo la professione di fede, Marta va a chiamare  Maria, sua sorella. Maria va incontro a Gesù che si trovava nello stesso posto, dove Marta lo  aveva incontrato. Lei ripete la stessa frase di Marta: " Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non  sarebbe morto." (Gv 11,21). Maria piange, tutti piangono. Gesù si commuove. Quando i poveri  piangono, Gesù si emoziona e piange. Dinanzi al pianto di Gesù, gli altri concludono: "Vedi come  l'amava!" Questa è la caratteristica delle comunità del Discepolo Amato: l’amore mutuo tra Gesù e  i membri della comunità. Alcuni ancora non credono e dubitano: "Non poteva costui, che ha aperto  gli occhi del cieco, fare che questi non morisse?" Per la terza volta Gesù si commuove (Gv  11,33.35.38). È così che Giovanni mette l'accento sull’umanità di Gesù contro quelli che, alla fine  del primo secolo, spiritualizzavano la fede e negavano l’umanità di Gesù. 

* A noi resta togliere la pietra affinché Dio ci ridoni la vita: Gesù ordina di togliere la pietra.  Marta reagisce: "Signore, già puzza... è di quattro giorni!" Ancora una volta, Gesù la sfida  richiamandola alla fede nella risurrezione, qui e adesso, come un segno della gloria di Dio: "Non ti  ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?" Rimossero la pietra. Dinanzi al sepolcro aperto e  dinanzi all’incredulità delle persone, Gesù si rivolge al Padre. Nella sua preghiera, per primo,  ringrazia: "Padre, ti ringrazio di avermi ascoltato. Sapevo bene che tu sempre mi ascolti". Il Padre  di Gesù è lo stesso Dio che sempre ascolta il grido del povero (Es 2,24: 3,7). Gesù conosce il  Padre e confida in lui. Ma adesso lui chiede un segno a causa della folla che lo circonda, affinché 

possa credere che lui, Gesù, è l’inviato dal Padre. Dopo, grida ad alta voce: "Lazzaro, vieni fuori!"  E Lazzaro viene fuori. È il trionfo della vita sulla morte, della fede sull’incredulità! Un agricoltore  dall’interno del Brasile ha fatto il seguente commento: "A noi tocca rimuovere la pietra! E così Dio  risuscita la comunità. C’è gente che non vuole rimuovere la pietra, e per questo nella loro comunità 

non c’è vita!" 

- Hai mai passato dei momenti in cui si  

mescolavano disperazione e speranza,  

morte e vita? Che cosa, in questi  

momenti difficili, ha sostenuto la tua  

fede? 

- Credo nella Resurrezione? Cosa  

comporta questo nella mia vita di ogni  

giorno? 

- Quale pietra devo rimuovere nella mi a  

vita perché il Signore possa farmi  

risorgere? 

- Il Signore è bontà e misericordia 





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