CON LA LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI MOTU PROPRIO “ANTIQUUM MINISTERIUM ”

Papa Francesco istituisce il ministero di catechista

Intervento di S.E. Mons. Rino Fisichella durante la conferenza stampa di presentazione.


“Il ministero di Catechista nella Chiesa è molto antico”. Con questa semplice e immediata

considerazione, Papa Francesco istituisce per la Chiesa del terzo millennio un nuovo ministero che

da sempre, comunque, ha accompagnato il cammino dell’evangelizzazione per la Chiesa di tutti i

tempi e tutte le longitudini, quello di catechista. Dopo la pubblicazione del Direttorio per la

catechesi lo scorso 23 marzo 2020, un ulteriore passo per il rinnovamento della catechesi e la sua

efficace opera nella nuova evangelizzazione è costituito dall’istituzione di questo specifico

ministero laicale a cui sono chiamati uomini e donne presenti in tutta la Chiesa che con la loro

dedizione rendono evidente la bellezza della trasmissione della fede. (....)

È indiscusso che questa Lettera Apostolica Antiquum ministerium segna una grande novità con la

quale si evince facilmente come Papa Francesco porti a compimento un desiderio di Paolo VI. Nel

1975, infatti, nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, il santo Papa scriveva: “I laici possono

anche sentirsi chiamati o essere chiamati a collaborare con i loro Pastori nel servizio della comunità

ecclesiale, per la crescita e la vitalità della medesima, esercitando ministeri diversissimi... Uno

sguardo alle origini della Chiesa è molto illuminante e permette di usufruire di un’antica

esperienza, tanto più valida in quanto ha permesso alla Chiesa di consolidarsi, di crescere, e di

espandersi. Ma questa attenzione alle fonti dev’essere completata da quella dovuta alle necessità

presenti dell’umanità e della Chiesa. Dissetarsi a queste sorgenti sempre ispiratrici, nulla sacrificare

di questi valori e sapersi adattare alle esigenze e ai bisogni attuali: queste sono le linee maestre che

permetteranno di ricercare con saggezza e di valorizzare i ministeri, di cui la Chiesa ha bisogno...

Tali ministeri, nuovi in apparenza ma molto legati ad esperienze vissute dalla Chiesa nel corso della

sua esistenza, per esempio quelli di catechista... sono preziosi per la «plantatio», la vita e la crescita

della Chiesa e per una capacità di irradiazione intorno a se stessa e verso coloro che sono lontani”

(EN 73).

La citazione permane con la sua forte attualità, e permette di verificare direttamente il contesto

ecclesiale all’interno del quale va inserito questo nuovo ministero, considerando nello stesso

tempo la dinamica con cui esso si sviluppa. Solo nell’unità tra un’attenzione profonda alle nostre

radici e uno sguardo realista al presente è possibile comprendere l’esigenza della Chiesa di

giungere all’istituzione di un nuovo ministero ecclesiale. Sono dovuti passare quasi 50 anni perché

la Chiesa arrivasse a riconoscere che il servizio reso da tanti uomini e donne con il loro impegno

catechistico costituisce realmente un ministero peculiare per la crescita della comunità cristiana.

Istituire un ministero da parte della Chiesa equivale a stabilire che la persona investita di quel

carisma realizza un autentico servizio ecclesiale alla comunità. Il ministero è fortemente associato

alle prime comunità che fin dagli inizi della loro esistenza hanno sperimentato la presenza di

uomini e donne dediti a svolgere alcuni servizi particolari. È stato così per il ministero dei vescovi,

presbiteri e diaconi, ma lo stesso si è verificato per quanti venivano riconosciuti come evangelisti,

profeti e maestri. Si può affermare, pertanto, che la catechesi ha sempre accompagnato l’impegno

evangelizzatore della Chiesa e si è resa ancora più necessaria quando era destinata a quanti si

preparavano per ricevere il battesimo, i catecumeni. Questa attività era considerata di primaria

importanza a tal punto da portare la comunità cristiana a stabilire la condivisione dei beni e il

sostentamento dei catechisti.

Con l’istituzione di questo ministero di catechista, Papa Francesco promuove ulteriormente la

formazione e l’impegno del laicato. È questa una nota che merita di essere considerata perché

aggiunge una connotazione ancora più concreta al grande impulso offerto dal Concilio Vaticano II

che in questi decenni si è notevolmente arricchito non solo di un magistero specifico in proposito,

ma soprattutto per un reale impegno nella Chiesa e nel mondo. Non sarà da sottovalutare la

considerazione che il Papa offre: “L’apostolato laicale possiede una indiscussa valenza secolare... La

loro vita quotidiana è intessuta di rapporti e relazioni familiari e sociali che permette di verificare

quanto «sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in

quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo» (LG 33)” (n.

6) (...)

È indubbio che l’istituzione di questo ministero, unitamente a quello dell’accolitato e del lettorato,

permetterà di avere un laicato maggiormente formato e preparato nella trasmissione della fede.

Non ci si improvvisa catechisti, perché l’impegno di trasmettere la fede, oltre alla conoscenza dei

contenuti, richiede il prioritario incontro personale con il Signore. Chi svolge il ministero di

catechista sa che parla a nome della Chiesa e trasmette la fede della Chiesa. Questa responsabilità

non è delegabile, ma investe ognuno in prima persona. Questo servizio, comunque, dovrà essere

vissuto in maniera “secolare” senza cadere in forme di clericalismo che appannano la vera identità

del ministero, il quale deve esprimersi non primariamente nell’ambito liturgico, ma in quello

specifico della trasmissione della fede mediante l’annuncio e l’istruzione sistematica.