Carissimi parrocchiani,
il titolo di questo articolo (sono parole di Papa Francesco) ci deve incuriosire e nello stesso tempo ci deve porre la domanda: che significa tutto questo? Che cosa sta accadendo, che riflessione è in atto nella Chiesa?
Dentro le tante preoccupazioni, dentro le tante riflessioni di questi tempi, non dimentichiamoci che è iniziato il Sinodo della Chiesa:“Per una Chiesa sinodale: COMUNIONE, PARTECIPAZIONE E MISSIONE”. Non restiamo indifferenti, non pensiamo che riguarda solo gli “esperti” o solo ai pochi interessati, ma riguarda tutti i BATTEZZATI.
È una grande opportunità che viene offerta a tutta la Chiesa per riflettere su quello che lo Spirito ci suggerisce in questo tempo. Cercheremo come Comunità Pastorale di comprendere il valore e il significato di queste tre parole che il Papa ha consegnato a tutta la chiesa.
“Recuperare lo stile di comunione e partecipazione improntato alla missione”.
Papa Francesco esorta la Chiesa ad un esame di coscienza sulla sua capacità di incarnare lo "stile di
Dio", fatto di incontro, ascolto e discernimento e incarnato dall'atteggiamento di Gesù, che "non
guardava l'orologio" pur di mettersi a disposizione delle persone incontrate sulla strada.
Il Sinodo non è “una convention ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, un
parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito Santo”.
Mons. Erio Castellucci (vicepresidente per l'Italia settentrionale della Conferenza Episcopale Italiana.)
dice: Quello che sta iniziando per la Chiesa italiana è “un Sinodo aperto – dentro e in sintonia con il
Sinodo universale –, un cammino che non sarà solo dei vescovi, dei presbiteri, delle parrocchie, degli
operatori pastorali, ma che inviterà e ascolterà anche quelle voci che spesso non si sentono nelle
nostre comunità”.
«Le nostre Chiese in Italia – spiegano i Vescovi nel loro Messaggio – sono coinvolte nel cambiamento
epocale; allora non bastano alcuni ritocchi marginali per mettersi in ascolto di ciò che, gemendo, lo
Spirito dice alle Chiese. Siamo dentro le doglie del parto. È tempo di sottoporre con decisione
al discernimento comunitario l’assetto della nostra pastorale, lasciando da parte le tentazioni
conservative e restauratrici e, nello spirito della viva tradizione ecclesiale – tutt’altra cosa dagli
allestimenti museali – affrontare con decisione il tema della “riforma”, cioè del recupero di una
“forma” più evangelica; se la riforma è compito continuo della Chiesa (“semper purificanda”: Lumen
Gentium 8), diventa compito strutturale, come insegna la storia, ad ogni mutamento d’epoca». Il
Cammino sinodale è, dunque, un processo che vuole aiutare a «riscoprire il senso dell’essere
comunità, il calore di una casa accogliente e l’arte della cura». «Sogniamo una Chiesa aperta, in
dialogo. Non più “di tutti” ma sempre “per tutti”», scrivono i Vescovi nella Lettera indirizzata alle
donne e agli uomini di buona volontà: «Tu che desideri una vita autentica, tu che sei assetato di
bellezza e di giustizia, tu che non ti accontenti di facili risposte, tu che accompagni con stupore e
trepidazione la crescita dei figli e dei nipoti, tu che conosci il buio della solitudine e del dolore,
l’inquietudine del dubbio e la fragilità della debolezza, tu che ringrazi per il dono dell’amicizia, tu che
sei giovane e cerchi fiducia e amore, tu che custodisci storie e tradizioni antiche, tu che non hai
smesso di sperare e anche tu a cui il presente sembra aver rubato la speranza, tu che hai incontrato
il Signore della vita o che ancora sei in ricerca o nell’incertezza…».
“Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a
contatto con la Parola di Dio”. “Che possiamo essere pellegrini innamorati del Vangelo, aperti alle
sorprese dello Spirito Santo”, l’auspicio finale di Papa Francesco.
Accogliamo questo invito del Papa.
Come Comunità Pastorale impareremo a stare in ascolto partecipato di quanto avviene in questo
Sinodo che vuole coinvolgere tutti. Un Sinodo che non si esaurisce in qualche incontro, ma in una
riflessione lunga di tutta la chiesa nei prossimi anni.
Il parroco
Don Pierangelo
Ricordiamo
che lo scopo del Sinodo
e quindi di questa consultazione
non è produrre documenti,
ma «far germogliare sogni,
suscitare profezie e visioni,
far fiorire speranze,
stimolare fiducia,
fasciare ferite,
intrecciare relazioni,
risuscitare un’alba di speranza,
imparare l’uno dall’altro,
e creare un immaginario positivo
che illumini le menti,
riscaldi i cuori,
ridoni forza alle mani ...